L’INCORONAZIONE DI NAPOLEONE

 

In consiglio dei Ministri oggi è giorno di tempesta

È furioso il presidente, contro il mur batte la testa

“Non si può più continuare con codesti dirigenti:

se non scarsi od incapaci son – Dio guardi – delinquenti;

chi ha idee si faccia avanti per trovar un buon rimedio

qui bisogna senza meno porre fine a questo assedio!”

Lo sgomento ora li assale, c’è chi ride a denti stretti

Finché uno, il più sagace, non fa il nome di Pizzetti:

“C’è a Torino un vero genio, ma che spreco, è professore:

lo dotiamo di risorse, lo facciamo direttore

di un apposito organismo che raccolga, fior da fiore

solo il meglio del Paese: una Scuola Superiore”
“Bene, bravo, sia approvato! Che cervello sopraffino!”

E l’incarico, redatto, prese il volo per Torino

Ma un disguido, un imprevisto sopravvenne sul più bello

E a ricevere il mandato di Pizzetti fu il fratello

Meno savio, un po’ bislacco e di studi scarsi assai:

Fu così che per la Scuola cominciaron presto i guai.

La delibera, perfetta, superò tutti i controlli:

Ben sapete che la Corte si interessa solo ai bolli!

 

 

 

IL SECONDO CORSO: GLI INIZI

 

Se un giorno noi volessimo salvare la memoria

Di questo nostro corso e farne un po’ la storia

Dovremmo raccontare di come qui, dal niente,

Pizzetti abbia creato la classe dirigente

Usando, a dire il vero, materiale molto vario:

Neolaureati ignari e qualche funzionario

Precari della scuola, Ispettori del lavoro,

Impiegati di dogana e qualcuno del Tesoro.

 

Stufi di lavorare e senza alcun rimorso

Mollaron l’Amministrazione per quest’ultimo concorso

Invano i capi ufficio, le mamme, i fidanzati

Si torsero le mani e pianser sconsolati:

Loro affascinati dal miraggio del potere,

Senza più una lira, le pezze sul sedere,

In ben centocinquanta, in via dei Robilant

Salirono le scale della S.S.P.A.

 

 

 

DON CHISCIOTTE (musica di F. Guccini) ALLA SCUOLA SUPERIORE

 

Centocinquanta posti mi sembravan proprio tanti

“qui fan tutti generali, non c’è posto per i fanti”

e invece oggi hanno detto agli aspiranti dirigenti

“non vi vuole più nessuno” e l’hanno presa in mezzo ai denti

 

Loro che credevan di finire alle Finanze

Arrivati ad oggi hanno perso le speranze

Sono troppi i dirigenti fatti fuori al Ministero

E per gli ultimi arrivati il futuro è proprio nero

 

“Ci sarebbero dei posti in Presidenza del Consiglio?”

Il rifiuto te lo becchi senza neanche batter ciglio

Se poi pensi, te tapino, agli enti previdenziali

Ti rispondon “non pensarci” e ti tarpano le ali

 

“Quelli” appena usciti sono stati sistemati

Solo il tempo saprà dire se son stati fortunati

Noi restiamo ancora qui a fare i conti con Traversa

E come spesso ahimè succede, la giornata è andata persa…

UNA DOLCE VISIONE!

 

Qual dolce giovinetta nel giorno delle nozze,

Qual chiara vongoletta in mezzo a grige cozze,

Brilla la chioma fulva, appaion gli occhi belli

E le lunghe snelle gambe della Lucianelli.

 

Tremanti i cuor maschili anelan ai suoi sorrisi

Unico a non vederla è il povero Parisi.

Anche il buon Gaglioti, che al solito il cor pasce

Delle grazie e le mossette delle fanciulle in fasce

 

Vien meno ai suoi principi dinnanzi a cotal beltà

E sospira, l’occhio perso: “Ah, la contabilità…”

 

 

 

NOSTRA SIGNORA DELLA SCUOLA SUPERIORE

 

Di una giornata al sole assai più bella cosa

E’ ogni giorno l’apparire di Lucrezia, la De Rosa

Generosa nelle forme, fiammeggiante il crine rosso:

Puoi capir come ogni allievo al vederla sia commosso

 

E ogni allieva si ritragga dallo specchio vergognosa

E desideri anche un  poco somigliar a lei radiosa

Eppur non già le doti fisiche ma le virtù morali

Fanno della De Rosa una donna senza uguali

 

Lo sanno ben gli allievi - ed anche i professori

Che spartiscono con lei le gioie ed i dolori

E a lei ricorron quando si profila un guaio serio:

Lei sola può, se vuole, evitare un putiferio.

 

Ecco perché la Scuola può far fronte ad ogni assenza

Ma di lei unica e sola non potrebbe mai far senza

Perfin Pizzetti altero distende il fier cipiglio

E spesso e volentieri richiede il suo consiglio

 

Quando arriva la mattina e si chiede “Che c’è oggi?”

Ben lo ve’, che sulle spalle  sue statuarie tutto poggi

Quale intrepida guerriera, qual Camilla o Bradamante

Si prepara alla battaglia: oramai ne ha viste tante!

Eppur tra le mille tempeste serba l’aria sua serena

Se la Scuola fosse nave, lei sarebbe la polena

Ahimé sappiam che a molti fu l’itala patria ingrata:

Ah, se solo altrove la De Rosa fosse nata!

 

Vediam che a fianco a sé Bush ha sempre Condoleezza

Ben sappiam che per qualcuno Ezia è l’unica salvezza

E sognam che finalmente riesca a dire a chi so io

“Ora basta, incompetente! D’ora in poi ci penso io!”