Cronache dal MICA
Notizie dal Minindustria
di John End
lo stagista del lato sfigato di Via Veneto
Oggi, 3 maggio A.D. 2001, mentre mi recavo nella mia sudata stanza del MICA, ho avvertito un soave profumo di caciotta affumicata. Può essere che fosse soltanto il fumo senza la caciotta, però l'aroma celestiale si diffondeva per tutto il mio corridoio. Ho cercato di indagare, ma tale olezzo era così pervasivo che non mi è stato possibile identificare la fonte. Immagino, tuttavia, che un bel paio di provoloni pendano in qualche oscuro ufficio, nobilitandolo di artigianale professionalità.
Arrivato finalmente in stanza, (esposta al sole 12 ore su 16 durante l'estate ed ovviamente sprovvista di tenda; con avvolgibile bloccato e finestra su via di S. Basilio, perennemente affollata di macchine e rumorosa oltre ogni limite di tollerabilità) e decido che il traffico è preferibile all'arrosto (mio) aprendo le finestre, dove mi godo il barbiere sottostante che dialoga amabilmente con il trattore "L'anima delli mort***i tua me stai a fa morì cò 'sta cardaia!" e relativa risposta vernacolare veramente irripetibile. Purtroppo i due non trascendono e mi tocca tornare, deluso, alla scrivania.
Qui giunto, mi sento convocare per la ricognizione dei locali. Trattasi di attività dovuta nei confronti dell'Agenzia Entrate, la quale intende finalmente esigere il canone per i benefits di cui noi miseri industrialismi godiamo: bar, barberia (!) e barbarie, ossia il circolo dipendenti… sia detto solo per onor di allitterazione e non a dispregio, come vedremo subito.
Giunto nell'ufficio del megadirettor galattico, improvvisamente mi vedo catapultato ai tempi di
"Drive In". Gianfranco D'Angelo!!!! Proprio lui!!! Finalmente l'hanno nominato D.G., mi dico. Forse con lui riusciremo a fare professionalmente quello che facciamo in via artigianale, ossia dare spettacolo… ma subito mi subentra la delusione. Non è il noto comico: è piuttosto il geometra delle Finanze, giunto a fare l'ispezione. Ecco quindi che lo scorto, insieme con la proda economa, per le stanze "occupate". Dopo l'ingresso nella prima, l'economa ci ammonisce: "non parlate a voce alta, evitate le mosse brusche". Nel mentre mi domandavo se stessimo entrando in un luogo di culto, mi accorgo invece di essere entrato nel Kosovo. Un intero soffitto è stato apparentemente bombardato con bombe intelligenti, che sono entrate dalla porta principale (anche loro senza bisogno del passi, del resto come tutti qui) e, dopo un caffettino al baretto, hanno compiuto il loro onesto lavoro solo nel retro… ergo la stanza è pericolante e non ci si può entrare del tutto, senza elmetti di protezione…
Va be'. Tacciamo sul fatto che il ripristino del locale, in assenza di aiuti ONU, costerà diverse decine di milioni, e tiremm'innanzi, come disse il prode Amatore Sciesa. Si entra quindi nel locale successivo, in pari stato di conservazione, per confermare le valutazioni di cui si è appena detto(e mi continuo a godere l'assoluta flemma del geometra, che sembra abituato al constatare simili sfaceli in tutte le sue ispezioni, vista l'indifferenza che ostenta), e poi il clou: la barberia e il circolo. La prima comprende barbiere e parrucchiera, ma i prezzi, a quanto constato, almeno per i maschietti sono tutt'altro che popolari: 25.000 taglio e shampoo, quindi continuate a tagliarveli fuori, boys. Mi chiedo quali siano le condizioni di favore che costui dovrebbe praticare, ma non ho il tempo per farmi domande, perché l'energico geometra mi trascina nel circolo dipendenti. E qui la mia mascella cade al suolo per l'ammirazione: sono riusciti a ricostruire un microcosmo che inneggia al commercio elementare, al baratto. Vedo un banchetto dedito alla costruzione di gioielli con le perline, e all'improvviso mi sento Colombo tra gli indigeni; un altro banchetto (purtroppo nel retro) dove sono appese casacchine ricamate rigorosamente a mano, ed altri oggetti di artigianato locale. Una meraviglia!!! Mentre mi accingo a praticare il commercio con gli autoctoni (beh, non è questo il relativo Ministero?) il rude geometra mi trascina via e la giornata passa così tra convenevoli vari.
Ho appena il tempo di tornare alla mia amata stanzetta per raccattare le mie carabattole ed all'uscita ben altro olezzo mi assale. Ho quindi la conferma dopo circa due mesi di osservazione: il nostro riverito edificio piacentiniano viene utilizzato ad usum vespasiani da almeno il 65% dei passanti per via Molise. Allietato dall'ennesima scoperta, me ne torno quindi a casa, certo che le sorprese del Mica mi siano state rivelate solo in minima
parte…..
Non è MICA
bello!!!
Dunque: il
nostro archivio giace sparso in bell'ordine ai piedi di una fatiscente
scalea posta nelle adiacenze dell'ingresso di servizio del Ministero.
Il nostro Bar è gestito da un signore
cui mancano completamente canini e premolari (forse intervento di
prevenzione vampirica) che quindi ha problemi di salivazione, talvolta
traboccante nelle ordinazioni .
Il menu degustazione comprende sempre piatti leggeri come pasta e ceci,
pasta e fagioli, pasta e lenticchie, fave d'annata, and so on.
Particolare
entusiasmo tra i dipendenti suscita la pasta con le cucurbitacee, ma gli
effetti di maggiore rilievo si hanno ovviamente con gli scricchiolii
intercorridoiali che si assaporano dopo le libagioni a base di legumi,
che
essendo particolarmente energetici non tardano a manifestarsi con
evidenza
certa nel tragitto tra il centro ristoro e l'ufficio di appartenenza.
Inoltre, nel clima di allegra promiscuità che regna sovrano, i
disinvolti
barmen non trascurano la familiarizzazione tra le immondizie e gli
ingredienti, entrambi posti sotto il medesimo bancone.
Abbiamo il barbiere gestito da Igor di Frankenstein Junior, che si
frega
sempre le mani sulla soglia pregustando il momento in cui i miei crini
saranno abbastanza cresciuti per sodomizzarli. C'è anche una
parrucchiera modello Madeleine Albright che tra una meche e
l'altra si reca al bar
sussurrando con fare gentile "AHO FAMME 'STO CAFFE' CHE ME CE SO'
ROTTA LI COJONI".
Abbiamo l'ingresso in cui il passi non serve che a pulirsi gli spazi
interdentali (realtime video), dove i caramba migliorano vistosamente la
propria cultura utilizzando con il giusto orgoglio esibitorio corsi a
dispense settimanali dal nome in codice che inizia appunto per
"Settimana enig..." e l'usciere, bell'uomo sulla settantina
mal portata, ne approfitta
per contemplare le posteriorità di OGNI essere di sesso femminile
circostante (randagie comprese), dando un fervido esempio di democrazia
diretta.
Qui chiudo la
prima puntata del reportage sul Minindustria.
Nelle
prossime puntate: le avventure
dell'internauta a fumetti, i carmi corridoiali,
le tecniche di approvvigionamento beni e servizi, gli allegri cartelli
interstiziali del dipartimento energie, le trasmigrazioni di divani
ectoplasmatici da un piano all'altro e ritorno a seguito di nomine in
pectore mai successivamente esplicitate, il reparto zombie delle
partecipazioni statali che mi circonda, i corridoi di sicurezza
anti-sorveglianza, le corsie preferenziali per lo sport preferito
dei
dipendenti - la corsa con la busta della spesa stracolma -
il kindergarten del Minindustria ovvero le assunzioni
di personale apparentemente infradecenne, le avventure di Alfio con la
donna
sessualmente attiva, le gite sindacali primaverili, i lavori di
ristrutturazione interna rispetto ai quali la macchina di San Pietro è
un
modello di speditezza e regolarità amministrativa...
Ovviamente, mi aspetto che
tutti optiate per quest'eccezionale struttura,
che teme il confronto solo con il corrispondente albanese o
centrafricano.
Tra l'altro, proprio ieri ho scovato un calderone stile bollitura di
esploratore disperso nel magazzeno...
(continua...)
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