I molti SE del Diriggente

E fu così che i 138 dirigenti in pectore, formati dalla Scuola che tutto il mondo ci invidia, la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione, andarono in giro per il mondo a fare 6 mesi di stage pratico presso pubbliche amministrazioni. Il pagamento delle borse di studio, per i tapini che non erano ancora dipendenti pubblici, fu subordinato all'invio alla Scuola da parte delle singole amministrazioni, di un attestato di presenza. La mancanza anche di un solo attestato (magari riguardante un dipendente) bloccava il pagamento di tutte le borse di studio. Insomma, per sei mesi, i nostri destini più che legati sono stati aggrovigliati.
Superfluo dire che, mentre la Commissione Europea inviava puntualmente le presenze il primo di ogni mese (raccogliendo le attestazioni con quel mirabile strumento fantascientifico, ignoto alla PA italiana, che è la posta elettronica), le amministrazioni italiane si producevano (incredibile ma vero!) in ritardi e disservizi di ogni sorta, perdendosi tra fax e imperscrutabili giri con la sede di Caserta.
I pagamenti ritardavano, e fu così che Nandokan,  pressato da contingenti necessità (bollette, affitto, tasse) che lo distraevano dalla contemplazione del suo radioso futuro di Dirigente, si mise a sollecitare singoli e amministrazioni perché adempissero puntualmente.
Per sei mesi Nando si è così prodotto nell'imitazione di Bill Crystal in "La vita, l'amore, le vacche", stimolando, sollecitando, raggruppando i dispersi e spingendoli nella stessa direzione, proprio come un mandriano fa coi bovini, e riuscendo a far avere a tutti la sospirata borsa di studio (del che lo ringrazio assai).
Non paghi, alcuni colleghi, stufi di sollecitazioni, liste nere, insomma di essere stanati nel loro tran-tran ministeriale, o forse intimoriti dall'idea di andare a disturbare il sonno di un burosauro impiegatizio, protestarono col più classico degli argomenti: "Non mi compete".

Tutti conoscete il celebre "SE" di Rudyard Kipling (ehm…non tutti? Ciccate qui, 'gnurant!):
Questo è il "SE" del Dirigggente, scritto da Nando.

 

SE

Avete tutti ragione, se proprio volete saperlo. Il fatto è che sapete bene quale è la imperscrutabile (il)logica che attende al funzionamento della SSPA.

SE la SSPA facesse le sue belle cosine, non ci sarebbe bisogno di ricevere i miei messaggi inviperiti ed allarmati.

SE fossero elastici, basterebbe autocertificare, ma poi Caserta non si trova d'accordo e rimanda indietro tutto perché pretende l'attestato firmato dal dirigente, e se manca anche solo uno di noi, non paga.

SE stessero attenti, quando scrivono alle amministrazioni non metterebbero il numero di fax sbagliato, come ho scoperto oggi…

SE le amministrazioni non se ne fottessero, farebbero come faccio io quando mi danno un numero di fax sbagliato (ma gli impiegati ignorano che tutti i fax stanno in automatico e dunque dopo il secondo squillo fanno "biiiip") e prenderebbero il telefono in mano - addirittura con l'ausilio dell'elenco Telecom - chiamerebbero l'amministrazione e direbbero "ma porca troia, com'è che a questo numero non mi risponde nessun cazzo di fax?".

SE gli Uffici del Personale fossero più efficienti, non lascerebbero le carte a marcire per dieci giorni. E dunque,

SE essi pensassero che per noi dieci giorni sono un'eternità, non ci sarebbe bisogno di andare a sollecitarli di persona, come invece ci toccherà fare ogni mese che il Signore ci lascerà su questa terra.

SE, ad avviso di quel genio del decisionismo che è il direttore di sede, Caserta non fosse una sorta di entità autonoma, legibus soluta in quanto estranea da qualsivoglia catena di comando, potremmo stare tranquilli e non crearci tutti 'sti casini.

SE...

SE io fossi bello, fascinoso, intelligente e ricco, farei un altro mestiere nella vita, magari mi tromberei la Ferilli, e non sarei costretto a levarvi la pelle telematicamente.

SE non sapessimo che ci sono tutti questi "SE", non dovremmo avere la necessità di creare l'adempimento burocratico self-service. Tutto questo succede perché la password del pubblico impiego è "
non mi compete".

SE però iniziamo anche noi a dirci che non è competenza nostra provvedere a questo, posso dire "certo!". Ma finiremmo con burocratizzarci ancora in tenera età. E, francamente, mi pare un po' prestino per adeguarci.

P.S.: la frase conclusiva non era polemica, non capitela male. Avrei potuto sintetizzare dicendo semplicemente: "picciotti, lo so, avete ragione, ma questo passa il convento.

SE non ci muoviamo le chiappe da soli, possiamo puzzare di fame fino alla fine dell'anno".

Saluti cordiali a tutti.

 

 


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