La
via crucis dello stagiaire
(o
Bruxelles, una città da bere: a guide for the Next Generation in Brussels)
by:
PAULA IRONS
our woman in Brussels
Prima
stazione: la caffetteria della Commissione
Appena
giunto nella sede assegnatagli, lo stagiare viene condotto dal suo Mentore
(leggi “funzionario responsabile
degli stagiaire della DG”) in un giro turistico della sede; con la consueta
efficienza contraddistingue ogni autoctono, il funzionario effettua il tour in
cinque minuti (ma badate, a differenza dei tour operator giapponesi non vi é
consentito prendere fotografie) e conclude la missione con una sosta alla
Caffetteria. Chiamasi caffetteria un bar privo di tavolini e sedie (ormai
l’avrete capito che sarebbe una perdita di tempo sedersi a bere un caffè,
no?) ma arredato con quei tavoli alti sui quali Marco Iuvinale potrebbe sedersi,
ma la gente comune (cioé tappa come la vostra corrispondente) puo’ a malapena
poggiare il mento, e che hanno l’indubbio pregio di far assomigliare la
caffetteria alla casa di Aldo, Giovanni e Giacomo che fanno la pubblicità allo
yogurt.
Alla
domanda “Cosa ti prendi?” l’ignaro stagiaire ordina un caffè, convinto
dalle assicurazioni del funzionario che vanta i pregi della miscela Illy,
altrimenti detta “la miscela istituzionale” (pensate solo all’appalto che
ha vinto il sindaco di Trieste dell’Ulivo - come il Presidente della
Commissione Prodi - che rifornisce tutto il Belgio con la sua polverina nera…
E non contento di vendergli il caffè, li ha pure riforniti delle tazzine di
ogni colore e dimensione, di quelle che se te le vuoi comprare per arredare la
cucina devi sacrificare almeno il televisore o la lavastoviglie). Ignaro stagiaire! La miscela sarà italica, ma la sbrodazza
resta nordica: il trucco sta nel chiedere piuttosto “le petit café”, che
sarà sempre una sbrodazza, ma almeno è servito nella tazzina piccola e lo si
puo’ mandar giù tutto d’un fiato come lo sciroppo per la cacca. Se poi
riuscite a tapparvi il naso mentre inghiottite riuscite perfino a non sentirne
il sapore.
Suggerimento:
per un vero caffè italiano, “La
fontaine”, brasserie in Rue
Archimède angolo Rue Stevin.
Seconda
stazione: la cantine
Il
secondo problema della prima giornata di lavoro della Commissione è: dove
pranzo? Risposta del Mentore: alla mensa, che qui si chiama “cantine” ma non
pensate all’enoteca, siamo lontani come l’Inter dallo scudetto). Non tutte
le sedi della Commissione hanno una mensa: quelle che ce l’hanno, hanno pure
lo stesso menu’, elaborato annualmente e consultabile sul sito intranet della
Commissione (come alla SSPA, insomma). Se pensate di essere stati sfigati perché
la vostra sede non ha la mensa ma solo la caffetteria (dove vendono panini
immangiabili, non ci provate nemmeno, e non dite che non ve lo avevo detto),
potete consolarvi: la mensa della Commissione è in realtà una sorta di girone
dantesco, dove i funzionari vagano armati di vassoi alla ricerca (vana) del
piatto commestibile: l’unico mangiabile sul serio è il “poulet” espresso
che offrono alla mensa dell’Elargissement in Boulevard Charlemagne, ma mi
raccomando, “pas de sauce” se non volete rischiare la gastroenterite (per le
girls: il cameriere di colore che serve il poulet merita da solo una visita alla
cantine Charlemagne).
Dopo
accurato benchmarking, noialtri si é concluso che la cantine più meritevole é
quella del Parlamento Europeo (Rue Wirtz): si accede dopo le 13.30, e sarà che
è frequentato dai politici (Segni il più presenzialista), si mangia
discretamente ed il menu’ è vario. Per il panorama, invece, la cantine
Breydel, sede della Presidenza della Commissione, 15° piano con vista sulla
città e sul nido di merlo del Mortadella che allieta i pranzi dei convenuti.
Terza
stazione: la birretta dopolavoro
Place
du Luxembourg, ore 18.30: se arrivate un solo secondo dopo, passerete le
successive due ore alla vana ricerca di una sedia: ne sa qualcosa il Dr. Fornari
Anghinetti, che usa svettare come un condor in giacca e cravatta su un mare di
tavolini e stagiaires seduti, e
spacciandosi per funzionario della Commissione tenta di levare la sedia di sotto
il sedere delle vecchiette.
Il
luogo è frequentato da tutta la jeunesse dorée di Bruxelles: in altre parole
gli stagiaires ed i funzionari stranieri (i belgi hanno tutti cinquant’anni e
nascono già cosi’), che si danno appuntamento fisso come i romani a Campo
de’ Fiori. L’unica differenza, naturalmente, è la lingua. E
la bellezza della piazza; e le dimensioni della piazza; e la qualità
della birra; e la qualità della gente; ed il fatto che puoi trovarci Colarusso,
quando ormai lo si dà per disperso da giorni e si sospetta che il suo stage si
svolga presso un pub e non presso Unioncamere.
Quarta
stazione: la cena
Posto
dove andare, alternativamente, a mangiare o a rimorchiare il cameriere:
La Grande Porte, Rue du Notre Seigneur. (Scusate se i suggerimenti
sono a senso unico per le ragazze, ma che volete, fatevi fare il reportage da un
corrispondente maschio, no?)
Posto
dove portare gli ospiti che vogliono cucina tipica belga e locale tipico belga: T’Kelderke,
Gran’d Place. Il pazzo che si crede padrone del marciapiede davanti al
ristorante è compreso nel prezzo (per lui Ezia avrebbe volentieri rinunciato al
Consiglio di Stato).
Posto
dove portare chi vi vuole offrire la cena: La
Quincaillerie, Rue du Page.
NB:
accertarsi prima che SUL SERIO pagherà l’altro.
Posto
dove gli amanti della cucina estrema potranno ingozzarsi del piatto tipico belga
“moules et frites”: Léon,
la Rue non la ricordo ma è soprannominata “dei buttadentro”,
fate finta che sia una caccia al tesoro e vediamo se riuscite a capire dov’è….
Posto
dove per prendere un’omelette dovete prima procurarvi il bicarbonato di sodio
o l’idraulico liquido: La morte subite,
Rue de la Montagne aux Herbes (sarebbe una sfida per il Dott. Laudiero:
vincerebbe la frittatina o lo stomaco blindato cresciuto a babà?). Se vi volete
tenere leggeri, ordinate una mezza pagnotta spalmata di burro ed una Rochefort
10°, una passeggiata di salute….
Posto
dove il vostro fegato sarà contentissimo che siete andati: Maison Antoine, Place Jourdan. Per intenditori di patatine fritte e
altri fritti vari, tra i quali si annovera Max Fornari, sempre lui: ebbene si’,
dopo Bruxelles ritroverete un uomo diverso! Potere della Commissione….
Posto
per i nostalgici (non Festa Danilo, che avete capito?): La Brace, Rue Franklin: quando la voglia di casa si fa sentire,
quando siete stufi di cercare di leggere un menu in fiammingo senza traduzione
in inglese o francese, quando la vista del cameriere col baffo italico vi sembra
più affascinante della stagiaire olandese o dello stagiaire spagnolo, quando il
vostro stomaco intossicato dal piatto nazionale belga (choux au beurre, haricots
au beurre, pommes de terre au beurre, gateau au beurre, beurre au beurre…)
anela ad una sana pizza mediterranea…
Quinta
stazione: il pub
Innanzitutto
si prega di notare che sono solo tre lettere, non pensino pertanto i signori
uomini che si tratti di locali equivoci…. Lo stagiaire è un vessillo per la
Commissione, la sua vita è irreprensibile, la castità un requisito
fondamentale… Mica pensavate di venire qui a fare la vacanza, VERO????
The wild geeze, Chaussée
d’Etterbek: giorno consigliato: martedi’ (ritrovo delle stagiares svedesi).
Kitty O’Shea, Boulevard
de Charlemagne: per i veri tifosi
romanisti, un luogo dove la fede giallorossa è più integralista che a Teheran.
Il luogo per Giorgio Moggi Fiorino….
L’Esquisse, Chaussée
de Charleroi: per gli amanti dell’atmosfera belga, birre trappiste e
piatti delle Ardenne.
James Joyce, Hairy Canary, Rue Archimède: per il vero stagiaires, quello che lavora tutto il giorno
(voi, ragazzi, ancora non lo sapete ma starete in questa categoria mentre
noialtri avremo la libera uscita alle 14.00 e la sera andremo a “Fiesta” e
all’”Estate romana”) e la sera preferisce una cenetta “chez soi”,
‘che “spaghetti al pomodoro è bello”, ma non intende rinunciare alla
birra. Qui troverà gente distrutta dal lavoro, come lui, che ciondola sulla
birra e aspetta che si facciano le dieci di sera per andare a dormire. Distanza
da Rue Stevin: tre passi a destra, ancora venti a destra, traversare la strada e
siete arrivati.
Sesta
stazione :
Ma
che volete ancora ? State a Bruxelles, mica a Londra ! Ricordatevi :
chi si contenta gode….
Siete nel ControSito,
quintessenza e sublime espressione degli (ex) Allievi birbaccioni del
II Corso-Concorso di Formazione
Dirigenziale della
SSPA - Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione della
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
la squola che tutto il mondo ci invidia
!!!
un laboratorio collettivo su idea, progetto e realizzazione di Dario Quintavalle
Questo sito è redatto secondo criteri di efficienza, efficacia e comicità...
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